È una presentazione molto attesa quella che si è svolta il 28 dicembre nella Cattedrale di San Martino a Lucca. Il Volto Santo, opera d’arte e reliquia conosciuta in tutto il mondo, verrà restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenza italiana nell’ambito della conservazione e restauro dei beni artistici, grazie al sostegno della Fondazione CRL e in accordo con la Soprintendenza ABAP di Lucca.
I dettagli di questo percorso di ripristino sono stati illustrati, appunto, nel duomo lucchese che per secoli ha accolto folle di pellegrini che sin dal Medioevo affrontavano le impervie vie di comunicazione per rendere omaggio alla “Santa Croce” e poi magari proseguire per Roma o addirittura la Terra Santa.
Oltre all’Arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, al Sindaco Alessandro Tambellini, al Presidente della Provincia Luca Menesini e a Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, erano presenti il Rettore della Cattedrale Don Marco Gragnani, Angela Acordon, Soprintendente ABAP Lucca e Marco Ciatti assieme a Sandra Rossi, rispettivamente Soprintendente e Direttore dei lavori per l’Opificio delle Pietre Dure.
“Il Volto Santo è caro a tutti i lucchesi, in patria e all’estero, – Dichiara il Mons. Paolo Giuletti, Arcivescovo di Lucca – perché è al cuore dell’identità della comunità cittadina, riferimento religioso e culturale che tutti è capace di unire. È assai più che un’immagine, richiamo bello e prezioso alla persona del Salvatore: è una reliquia, cioè un oggetto attraverso il quale si può entrare in speciale contatto con il Cristo misericordioso, pendente vittorioso dalla croce. In questi restauri, opportuni per la conservazione dell’opera, è pertanto necessario prestare una particolare cura – non solamente professionale – perché ciò su cui si interviene è davvero speciale. Sono convinto che i maestri dell’Opificio lavoreranno con competenza, ma anche con religioso rispetto, sul Volto Santo, per restituirlo alla Chiesa e alla Città nell’antico splendore. Ringrazio sin d’ora tutti quelli che in diverso modo collaboreranno all’opera e spero che il restauro sia l’occasione per ravvivare la devozione dei lucchesi, segnatamente delle nuove generazioni”.
“L’immagine del Volto Santo è uno straordinario simbolo religioso, col quale si è identificata la stessa città di Lucca per essere stata prescelta,- Dichiara Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca – secondo il disegno divino, come luogo di dimora del grande Crocifisso ligneo, alla cui esecuzione avrebbero partecipato gli Angeli stessi. Siamo quindi di fronte a un’opera d’arte straordinaria che racchiude in sé valenze religiose e civili, custodite da una tradizione sedimentata nel tempo, rimasta immutata per oltre sette secoli, che ha reso il Volto Santo universalmente conosciuto. Il restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, una delle massime istituzioni mondiali nel settore, sarà l’occasione perché questo eccezionale Crocifisso possa proseguire il suo lunghissimo viaggio nei secoli nelle migliori condizioni di conservazione. Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca per aver sostenuto l’intervento, perché dopo le recenti acquisizioni scientifiche che hanno confermato l’antichità della statua lignea, il restauro sarà l’occasione di approfondirne ulteriormente la conoscenza del Volto Santo, che è non solo una suggestiva immagine di Gesù, ma anche un’arca per la fede della città e per la storia dei lucchesi”.
IL VOLTO SANTO
Questo Cristo solennemente abbigliato e posto sulla croce è considerato un’immagine acheropita, letteralmente “non fatta da mano” e quindi realizzata per diretto intervento divino. Di qui la celebrità, diffusa in tutta Europa, di questa statua lignea che, sebbene a lungo ritenuta una copia del XII o XIII secolo di un’originale, è stata recentemente (2020) datata, mediante un’indagine conoscitiva tramite il carbonio-14, agli ultimi decenni dell’VIII – inizio del IX secolo, individuandola dunque come la più antica statua lignea del mondo occidentale.
IL RESTAURO
Le recenti indagini diagnostiche che hanno certificato l’antichità dell’opera hanno altresì rilevato pericolosi fenomeni di distacco della pellicola pittorica e, quindi, evidenziato la necessità di un intervento di restauro fondamentale anche per acquisire nuove informazioni sull’opera, ma anche funzionale a determinare i parametri microclimatici ambientali ideali per la conservazione ottimale della scultura.
L’intervento dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD) sarà a titolo del tutto gratuito, mentre le spese necessarie saranno sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ente finanziatore dell’intero progetto conservativo.
Il restauro sarà condotto dal Settore Scultura Lignea Policroma dell’OPD, diretto da Sandra Rossi, e prenderà avvio al principio del nuovo anno, con la prima grande sfida: ‘estrarre’ la statua dal tempietto e trasferirla nel laboratorio che sarà appositamente allestito nel transetto della Cattedrale, evitando che il sacro Crocifisso lasci San Martino ed al contempo consentendo di esporre l’opera al pubblico con cadenza regolare nel corso dei lavori.